Ci pare utile fare il punto su quali siano i dizionari del dialetto parmigiano a tutt'oggi disponibili al pubblico di studiosi, appassionati e curiosi e sulle loro specifiche caratteristiche.
Chiarito preliminarmente che il termine "vocabolario" e il termine "dizionario" si equivalgono, diremo che, in buona sostanza, i vocabolari parmigiani pubblicati (senza calcolare riedizioni, ristampe e supplementi) sono sei, qui di seguito elencati in ordine cronologico.
Ilario PESCHIERI:
Dizionario parmigiano-italiano.
-1a edizione:
Parma, Blanchon, 1828-1832.
2 volumi + 1 volume di appendice
- 2a edizione rifusa corretta e accresciuta:
I vol.: Borgo San Donnino, Vecchi, 1836
II vol.: Parma, Carmignani, 1841
seguito da 1 volume di supplemento con aggiunte e correzioni:
- Supplemento al dizionario parmigiano-italiano di Ilario Peschieri, compilato dallo stesso autore.
Parma, dalla Stamperia Donati, 1853.
Vocabolario parmigiano-italiano, accresciuto di più che cinquantamila voci, compilato con nuovo metodo da Carlo Malaspina
4 volumi
- 1a edizione:
Parma, Carmignani, 1856-1859.
- ristampa anastatica:
Bologna, Forni, 1970
Aggiunte e correzioni inedite al Vocabolario parmigiano-italiano compilato da Carlo Malaspina pubblicate per cura del figlio Iperide.
Parma: Tip. di O. Ghelfi, 1880
- 2a edizione:
Vocabolario parmigiano-italiano. Aggiunte e correzioni.
Introduzione di Gino Marchi.
Parma, Battei, 1983.
Il lavoro è poi completato da 1 volume dedicato:
Vocabolario tecnico parmigiano-italiano per l’uso delle scuole, degli artisti e de’ campagnoli
Parma, Ferrari e Pellegrini, 1885, 1892.
2 volumi.
Giuseppe CARPI - Umberto PAVARINI:
Dizionario parmigiano-italiano. Contenente tutte le voci del dialetto antico e moderno ed una completa antologia delle arguzie e dei proverbi della lingua parmigiana.
1 volume
s.l., s.e. (Cremona, Tipografica Cremona Nuova), 1966.
Tomo I. A-L. Tomo II. M-Z.
Parma, Artegrafica Silva, 1992, 1993.
Vocabolario della lingua parmigiana. Tutte le voci e i modi di dire autentici del dialetto parmigiano
Parma, Marcello Valentino Editore - V & V, 2017.
CD allegato
Di questi testi, gli unici che si possono trovare attualmente in commercio regolare sono il dizionario di Capacchi e il vocabolario del gruppo Memento Mori; per gli altri è necessario rivolgersi al mercato antiquario e del fuori commercio.
Vediamo ora più in dettaglio i singoli dizionari.
Ilario PESCHIERI:
Dizionario parmigiano-italiano.
Ilario Peschieri (Parma, 13 gennaio 1795- 8 aprile 1865) nacque da famiglia umile e restò orfano di entrambi i genitori a otto anni. Venne avviato agli studi avendo mostrato una grande disposizione all'apprendimento e ottenne l'ammissione alla scuola del seminario di Borgo San Donnino.
Dietro compenso, componeva prose e versi per predicatori, per nozze o per argomenti di puro capriccio e le sue rime satiriche furono sempre molto richieste.
Per quanto riguarda il suo lavoro di dialettologo, sono interessanti le osservazioni di metodo che evidenziano per la prima volta problematiche con e quali hanno dovuto poi fare i conti anche gli studiosi che lo hanno seguito, financo quelli novecenteschi.
l'intento prevalente nel dare alle stampe quest'opera: dare ai giovani di madrelingua dialettale una base per poter accedere ai più ampi strumenti di cultura redatti in lingua.
Peschieri ci informa circa i suoi dubbi nell'approccio alla questione e le difficoltà incontrate. Nel rendere conto del metodo usato nella compilazione, dichiara di fare riferimento come lingua "madre comune dei molteplici italiani dialetti" alla lingua della Crusca, di Alberti di Villanova o dell'uso odierno di Firenze, ma chiarisce di aver consultato tutti i dizionari italiani e dialettali che conosceva. Circa i chiarimenti sui vocaboli relativi ai mestieri, li ha invece ricavati dall'indagine personale: "e corsi infra l'dì d'officina in officina per raccogliere quanti termini d'arti io poteva".
Le difficoltà maggiori vengono dal fatto che termini indicanti lo stesso oggetto variano di molto anche fra luoghi pochissimo distanti. Oltre alle differenze terminologiche si hanno poi differenze di pronuncia, addirittura fra un quartiere e l'altro della città "forse a cagione dell'essere intersecata da un torrente". Non mancano poi le diversità di linguaggio fra "plebe e mezzo stato". Peschieri sceglie dunque di dedicare il suo dizionario al dialetto di città, nel parlare più comune, tralasciando storpiature o "quel preteso toscano che va per la bocca degli pseudo-saputi".
Può essere utile ricordare ai lettori moderni che, supponendo egli come fruitori della sua opera lettori che il dialetto lo conoscono e si presume abbiano un minimo di cultura anche grammaticale, dà per scontati i participi e gli aggettivi alla forma femminile.
Nella seconda edizione del dizionario Peschieri apporta qualche modifica alla grafia rispetto a quella scelta nella prima, della quale, per altro, dà ampio chiarimento. Gli è ben chiara la necessità di adottare grafie apposite per indicare suoni particolari (pensa per esempio a dittonghi e trittonghi) ma vi rinuncia per non complicare e appesantire il testo anche perché " a noi soli, che già la pronunciazione del dialetto conosciamo, debbe questo dizionario servire".
Le considerazioni pratiche legate alla scelta della grafia portano l'autore a una serie di curiose considerazioni sulla pronuncia del parmigiano: "I pretti parmigiani si trainano dietro le parole con certe ricadiose tiritere che mi sento proprio rimescolar tutto e volger sossopra allor che li ascolto"; fortunatamente, nota, grazie alle influenze esterne che l'età moderna ha portato attraverso stranieri e viaggiatori nonché col rientro di emigranti dai paesi più diversi "anche il nostro dialetto rimise non poco delle antiche sue smancerie" e "ha non poco acquistato in maschil robustezza".
Uno dei principali motivi di interesse di questo dizionario è la completezza delle definizioni, in particolare nella descrizione di costumanze e giochi; l'Appendice nasceva appunto per l'esigenza di dare il giusto spazio alla lingua di scienze, arti e mestieri (botanica, animali, attrezzi...).
Non è mai stato ristampato per cui è disponibile solo nelle edizioni ottocentesche.
Carlo MALASPINA:
Vocabolario parmigiano-italiano, accresciuto di più che cinquantamila voci.
Carlo Malaspina (Parma, 26 giugno 1808 - 27 maggio 1874) esercitò in gioventù il mestiere di facchino come il padre ma, partecipò come studente e poi come insegnante d'occasione alla scuola di Mutuo Insegnamento. Le sue buone attitudini allo studio gli valsero l’interessamento di Angelo Pezzana, del Toschi, del Tommasini e del Giordani, i quali gli procurarono sussidi perché potesse acquistare più elevata cultura.
Malaspina descrive il suo vocabolario come "la più completa raccolta possibile delle voci del dialetto parlato nella nostra città e nella circostante provincia, cioè dall'Appennino al Po, dall'Enza allo Stirone" (compiendo dunque scelta contraria a quella fatta da Peschieri che volle limitarsi alla parlata cittadina). Si tratta di più di 70.000 lemmi compresi quelle relativi ad arti e mestieri ricavati dalla viva voce dei praticanti. Sono compresi inoltre i termini scientifici, per chiarire i quali si avvale dell'aiuto dei maggiori esperti parmigiani dell'epoca (Passerini per la botanica, Rognoni per l'agricoltura, Cocconi per la veterinaria ecc.), e quelli della lingua furbesca.
"Scopo del presente vocabolario municipale è piuttosto di dare la traduzione delle parole del dialetto che le norme della pronuncia di esso", ragion per cui non troveremo rigidissima applicazione di alcune norme di grafia: riproponendo l'esempio della a turbata (ä), l'autore non sta a mettervi sempre la dieresi dando per scontato questo "suono misto, minore della -a, maggiore della -e, solo paragonabile al dimesso eco finale del belato".
Il Vocabolario, in conclusione, "deve servire più agli artigiani che ai letterati" e l'unico giudizio di cui il suo redattore si cura è quello "de' conoscitori de' veri bisogni del popolo".
Il dizionario è davvero ricco, sia come numero di lemmi sia per le frasi idiomatiche e le espressioni proverbiali raccolte; fra i vocabolari dal parmigiano all'italiano è, anzi, senz'altro il più ricco e non può mancare sullo scaffale dello studioso o dell'appassionato.
Oltre all'originaria edizione ottocentesca, il Vocabolario ha conosciuto una ristampa anastatica a cura dell'editore Forni di Bologna, il che lo rende più agevolmente accessibile degli altri dizionari suoi contemporanei.
Carlo PARISET:
Vocabolario parmigiano-italiano.
Carlo Pariset (Parma, 19 marzo 1848 - 18 marzo 1901), di illustre famiglia francese, figlio di un impiegato nel Regio Teatro di Parma, sviluppò subito una passione per il teatro che lo accompagnò sempre. Si dedicò anche alla pittura, alla musica e agli studi tecnici che lasciò nel 1866 per seguire Garibaldi.
Il suo dizionario ha forse una maggiore leggibilità per il lettore moderno rispetto al Peschieri ed è più agevole del Malaspina che lo precedeva di poco.
Dizionario parmigiano-italiano. Contenente tutte le voci del dialetto antico e moderno ed una completa antologia delle arguzie e dei proverbi della lingua parmigiana.
Guglielmo CAPACCHI:
Dizionario Italiano-Parmigiano.
Guglielmo Capacchi (Parma, 12 giugno 1931 - 7 ottobre 2005) nasce in Borgo Torto da madre sarta e padre barbiere. Ottenuti il diploma di liceo classico e quello magistrale, si laurea in lingua e letteratura ungherese di cui diverrà poi titolare di cattedra presso l'Università di Bologna dopo un breve periodo di insegnamento nelle scuole medie.
GRUPPO DI LAVORO MEMENTO MORI - Umberto PAVARINI:
Vocabolario della lingua parmigiana. Tutte le voci e i modi di dire autentici del dialetto parmigiano.
Gli autori dichiarano due anni di lavoro impegnati nell'intervistare alcune centinaia di cittadini di ogni ordine sociale, verificando in particolare la pronuncia dei vari vocaboli; operazione che è risultata particolarmente complessa per l'essere oramai il dialetto parmigiano inquinato da elementi estranei.
La grafia utilizzata è quella ormai consolidata; quanto alla struttura, sotto la voce principale di riferimento sono elencati i modi di dire che la contengono.
Il volume è sostanzialmente diviso in tre parti:
- il Vocabolario della lingua parmigiana che, nel complesso, risulta molto simile al Carpi Pavarini del 1966.
- un'appendice dedicata alle principali voci, dall'italiano al parmigiano, relative ad alcuni argomenti di interesse generale: gli abiti, i giochi, la cucina, le bestie ecc.
- un Vocabolario italiano - parmigiano, retroversione del Vocabolario della lingua parmigiana, dove sono riportati solo i vocaboli principali del dialetto e, di ciascuno, viene dato esclusivamente il significato più comune.
I pregi principali di quest'opera sono senz'altro l'agilità e la rapidità di consultazione. Utile, a questo scopo, anche il CD allegato.